Bruno Sgromo
Bruno Sgromo
Se una poesia del 1918 che denuncia il malessere della Calabria rimane attuale allora, il male è veramente grave.
Bruno Sgromo nacque a Curinga il 4 ottobre 1885. Completato, come la maggior parte dei ragazzi del suo tempo solo i! corso delle scuole elementari , studiò molto da autodidatta, dimostrando sin da adolescente un’ immensa passione per la composizione poetica, che rivelava uno sveglio ingegno. Le sue rime impeccabili dal punto di vista metrico, sono l’espressione di un mondo affettivo vivido e caldo. Risalgono al 1912 i primi componimenti. Nel 1920 dopo un breve periodo d’emigrazione negli Stati Uniti (New York), determinato probabilmente più dal desiderio d’evasione e scoperta nuove conoscenze che da effettivo bisogno economico, tornò al suo paese natale dove s ‘avviò all’ attività lavorativa aprendo un fornito negozio di tessuti in un locale adiacente la casa dove risiedeva nella piazza cittadina. Questo negozio rappresentò, oltre che la sua definitiva e prevalente attività lavorativa, per molto tempo, il ritrovo di un gruppo di curinghesi che in quel periodo si facevano espressione d’alcuni filoni letterari locali e cercavano di uscire dalle angustie del paese per cercare un collegamento con la cultura nazionale , c’ erano fra questi poeti i fratelli VONO ed il giovane A. Macello. La sua prima pubblicazione risale al 1931, POESIE, un libro che raccoglie tulle le composizioni giovanili e la produzione fino al 1930. L’anno successivo fu la volta de IL MAZZO Di ROSE, un’ accurata ed impegnativa opera che narra in versi la natività di Cristo; i ricavi furono devoluti a beneficio dell’asilo infantile. Fu autore anche di numerose novelle , composte sempre in rima ( Dove il diavolo ha ragione. Il corvo e la volpe. L ‘uomo propone e Dio dispone) pubblicate in gran parte sul PROGRESSO di New York, giornale diffuso tra gli emigrati italiani in america, che dava l’opportunità ad autori poco conosciuti di avere una vasta platea di lettori. Tra le sue poesie alcune, in una limitatissima produzione, sono anche in vernacolo curinghese (Mi limitu, L’annegatu. L ‘assicurazioni). Alcuni suoi versi sono entri nel patrimonio culturale della comunità curinghese, come il canto popolare religioso NINNA NANNA A GESÙ BAMBINO musicata nel 1931 dal maestro Alfredo, canto che ancora oggi in occasione delle festività di Natale, rimane il più diffuso e vicino alla comunità. Le sue poesie, soprattutto, quelle composte in età adulta, dimostrano tutta la passionalità verista dell’uomo insieme, una ricerca quasi ossessiva di un formale perfezionismo. Forti anche i toni dì tristezza che esprimono tutta la disperazione per la scomparsa della primogenita Teresa, morte che lo sconvolse fino al punto di farlo allontanare per due unni da Curinga, quasi a prendere le distanze dai ricordi, ritirandosi a Monterosso Calabro. Di orientamento socialista, fu impegnato antifascista e, tra le sue poesie, troviamo anche temi politico-sociali, come nella poesia più rappresentativa A LA CALABRIA, dove il lettore può costatare che i drammi sociali denunciati 75 anni fa, rimangono ancora attuali, anzi immutati.
Muore immaturamente il 19 febbraio 1942
Piervincenzo Panzarella